“Mi fai cringiare”, “Questa scena è cringe”… Negli ultimi anni questo termine, cringe, ha conquistato prepotentemente spazio nel nostro vocabolario, quello dei social e anche della televisione, tanto che l’Accademia della Crusca lo ha inserito nel 2020 nell’elenco di “parole nuove”. Ma che cosa significa e, soprattutto, perché ci fa ridere? E in che modo si sono evoluti trash e non-sense nel mondo dell’intrattenimento, dall’inizio dei cinepanettoni all’esplosione della comicità di Valerio Lundini?

In questo quarto e ultimo episodio di Di cosa parliamo, ne abbiamo parlato con Gabriele Ferraresi (giornalista e scrittore), Marco Maccarini (conduttore radio-televisivo) e Luca Ravenna (comico, tra i partecipanti al format tv “LOL”).

La serie è prodotta da Piano P con il sostegno di N26, la banca per smartphone.

Tutti gli episodi

1. Insulti, zoombombing, parolacce: il nostro odio quotidiano

“Zoombombing” e “hate speech” sono le nuove parole che identificano il discorso d’odio, fuori e dentro la Rete. Insulti e offese fanno da sempre parte della storia dell’uomo e le parolacce non si sono poi così tanto evolute rispetto ai tempi di Dante: alcune hanno acquisito nuovi significati, altre invece

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2. Parole fluide: il linguaggio delle identità

Il termine cisgender è entrato nel vocabolario Devoto-Oli solo nel 2020, a cinque anni di distanza dal suo inserimento nell’Oxford Dictionary tra le parole nuove. Recuperato il ritardo, indica anche in italiano qualcuno la cui identità di genere corrisponde al sesso biologico.

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3. Da Clubhouse a TikTok: il vocabolario dei social

Dopo tanto tempo passato a scrollare, mandare emoticon, premere like sotto i post, abbiamo sentito la necessità di tornare a comunicare come si faceva una volta: parlando. Clubhouse, la piattaforma esplosa durante la pandemia, si basa proprio sulla voce e sta influenzando il nostro modo di dialogare, com’è accaduto finora

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Di Cosa Parliamo – Dal 15 settembre una nuova serie

Società e parole intrattengono una relazione stabile e lunghissima: i vocaboli che utilizziamo condizionano il modo stesso in cui vediamo il mondo e viceversa. Prendete hate speech, cisgender, queer, cringe, boomer: nei quattro episodi di questa nuova serie di podcast Beatrice Cristalli, linguista, e Luigi Lupo, giornalista, cercheranno di capire..

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1. Insulti, zoombombing, parolacce: il nostro odio quotidiano

“Zoombombing” e “hate speech” sono le nuove parole che identificano il discorso d’odio, fuori e dentro la Rete. Insulti e offese fanno da sempre parte della storia dell’uomo e le parolacce non si sono poi così tanto evolute rispetto ai tempi di Dante: alcune hanno acquisito nuovi significati, altre invece

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2. Parole fluide: il linguaggio delle identità

Il termine cisgender è entrato nel vocabolario Devoto-Oli solo nel 2020, a cinque anni di distanza dal suo inserimento nell’Oxford Dictionary tra le parole nuove. Recuperato il ritardo, indica anche in italiano qualcuno la cui identità di genere corrisponde al sesso biologico.

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3. Da Clubhouse a TikTok: il vocabolario dei social

Dopo tanto tempo passato a scrollare, mandare emoticon, premere like sotto i post, abbiamo sentito la necessità di tornare a comunicare come si faceva una volta: parlando. Clubhouse, la piattaforma esplosa durante la pandemia, si basa proprio sulla voce e sta influenzando il nostro modo di dialogare, com’è accaduto finora

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