Società e parole intrattengono una relazione stabile e lunghissima: i vocaboli che utilizziamo condizionano il modo stesso in cui vediamo il mondo e viceversa. Prendete hate speech, cisgender, queer, cringe, boomer: nei quattro episodi di questa nuova serie di podcast Beatrice Cristalli, linguista, e Luigi Lupo, giornalista, cercheranno di capire da dove nascono questi termini e in che modo rappresentano, o influenzano, la cultura, il costume, il lavoro, la tecnologia, la musica. In altre parole: il nostro modo di vivere.
Con loro, molti ospiti importanti: Dario Alì, Massimo Arcangeli, Alice Avallone, Marta Basso, Jonathan Bazzi, Giulia Blasi, Massimo Cotugno, Gianluca Diegoli, Federico Faloppa, Gabriele Ferraresi, Marco Maccarini, Vittoria Paglino, Luca Ravenna.
La serie è prodotta da Piano P con il sostegno di N26, la banca per smartphone.
Tutti gli episodi

1. Insulti, zoombombing, parolacce: il nostro odio quotidiano
“Zoombombing” e “hate speech” sono le nuove parole che identificano il discorso d’odio, fuori e dentro la Rete. Insulti e offese fanno da sempre parte della storia dell’uomo e le parolacce non si sono poi così tanto evolute rispetto ai tempi di Dante: alcune hanno acquisito nuovi significati, altre invece

2. Parole fluide: il linguaggio delle identità
Il termine cisgender è entrato nel vocabolario Devoto-Oli solo nel 2020, a cinque anni di distanza dal suo inserimento nell’Oxford Dictionary tra le parole nuove. Recuperato il ritardo, indica anche in italiano qualcuno la cui identità di genere corrisponde al sesso biologico.

3. Da Clubhouse a TikTok: il vocabolario dei social
Dopo tanto tempo passato a scrollare, mandare emoticon, premere like sotto i post, abbiamo sentito la necessità di tornare a comunicare come si faceva una volta: parlando. Clubhouse, la piattaforma esplosa durante la pandemia, si basa proprio sulla voce e sta influenzando il nostro modo di dialogare, com’è accaduto finora

4. Cringe is the new Trash: che cosa ci fa ridere oggi
“Mi fai cringiare”, “Questa scena è cringe”… Negli ultimi anni questo termine, cringe, ha conquistato prepotentemente spazio nel nostro vocabolario, quello dei social e anche della televisione, tanto che l’Accademia della Crusca lo ha inserito nel 2020 nell’elenco di “parole nuove”. Ma che cosa significa e, soprattutto, perché ci fa

1. Insulti, zoombombing, parolacce: il nostro odio quotidiano
“Zoombombing” e “hate speech” sono le nuove parole che identificano il discorso d’odio, fuori e dentro la Rete. Insulti e offese fanno da sempre parte della storia dell’uomo e le parolacce non si sono poi così tanto evolute rispetto ai tempi di Dante: alcune hanno acquisito nuovi significati, altre invece

2. Parole fluide: il linguaggio delle identità
Il termine cisgender è entrato nel vocabolario Devoto-Oli solo nel 2020, a cinque anni di distanza dal suo inserimento nell’Oxford Dictionary tra le parole nuove. Recuperato il ritardo, indica anche in italiano qualcuno la cui identità di genere corrisponde al sesso biologico.

3. Da Clubhouse a TikTok: il vocabolario dei social
Dopo tanto tempo passato a scrollare, mandare emoticon, premere like sotto i post, abbiamo sentito la necessità di tornare a comunicare come si faceva una volta: parlando. Clubhouse, la piattaforma esplosa durante la pandemia, si basa proprio sulla voce e sta influenzando il nostro modo di dialogare, com’è accaduto finora

4. Cringe is the new Trash: che cosa ci fa ridere oggi
“Mi fai cringiare”, “Questa scena è cringe”… Negli ultimi anni questo termine, cringe, ha conquistato prepotentemente spazio nel nostro vocabolario, quello dei social e anche della televisione, tanto che l’Accademia della Crusca lo ha inserito nel 2020 nell’elenco di “parole nuove”. Ma che cosa significa e, soprattutto, perché ci fa